Eric Sadin: "Di fronte all'uragano dell'intelligenza artificiale generativa, abbiamo due o tre anni per agire"

Eric Sadin, pensatore dell'irragionevolezza digitale da dieci anni, ha pubblicato "Il deserto di noi stessi" con L'Echappée, dopo diversi saggi di rilievo come "La silicolonizzazione del mondo" (2016) e " La vita spettrale" (Grasset, 2023). Questa volta, il filosofo, considerato da alcuni un profeta di sventura e da altri un chiaroveggente informatore, propone una critica incisiva all'avvento dell'intelligenza artificiale, da lui stesso avviata con "L'intelligenza artificiale o la sfida del secolo" (L'Echappée, 2018).
Egli vede nell'intelligenza artificiale generativa una svolta antropologica importante e molto preoccupante nella condizione umana: per la prima volta nella storia del mondo, i sistemi di apprendimento basati su giganteschi database stanno elaborando in modo massiccio linguaggio, conoscenza e immagini e sono in grado di sostituirci in una moltitudine di professioni, a cominciare da quelle dell'istruzione.
Il che solleva una domanda inquietante: cosa rimarrà all'umanità quando noi, assistiti digitalmente, delegheremo l'apprendimento, la creazione e la formazione della conoscenza interamente alle macchine? Questo "cambiamento intellettuale e creativo" nell'IA è già fuori controllo? Un'intervista metafisica.
In che modo il lancio di ChatGPT ha cambiato le regole del gioco rispetto ai numerosi dispositivi digitali già esistenti?
Il 30 novembre 2022, giorno del lancio di ChatGPT, rimarrà invariato.
Libération